(La prima domenica di novembre)
Facciamolo, una volta per tutte
e facciamolo fino in fondo.
Portiamo tutte le feste alla domenica.
Tutte, nessuna esclusa.
Laiche, religiose e quanto d’altro,
cadano tutte la domenica.
Ma non la domenica, così detto per dire.
Tutte nella stessa domenica:
la prima di novembre.
Mettiamoci il natale, la pasqua, la liberazione.
Tutti i santi, i beati, i sanculotti e i prelati.
La costituzione, la redenzione, il carnevale.
L’estrema unzione, il primo bacio e l’ultimo sentore.
L’anniversario di ogni primo amore.
La festa rionale, quella del santo patrono.
Le nozze di bronzo, d’argento e quelle d’oro.
La festa del lavoro e quella del non lavoro.
San precario e tutto il mondo vario.
Del sacro e del profano, e l’epifania.
La fata del dentino, l’arcivescovo diseredato.
Il giorno della memoria e quella dello scordo.
Mettiamo ogni festa, ogni passaporto esistenziale
ogni ricordo, da festeggiare in un solo istante.
Capo d’anno esponenziale da mettere
nella prima domenica di novembre.
Sì, mettiamoci tutte le feste in sole 24 ore
e poi senza pudore facciamoci attorno
un unico ponte generale,
dal giorno dopo al giorno prima
dal punto di arrivo al punto di partenza
che ci restituisca, in un solo fiato
dal futuro al passato, tutta l’esistenza.
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