martedì 23 giugno 2009

Regalati un Cirulli........


Regalati un Cirulli ....... un Cirulli è per sempre!!!

..le grandi provocazioni storiche del Cirulli!

La grandezza di metterti in casa un Cirulli ...

....e la tua casa diviene grande protagonista del terzo millennio !!!!



Cirulli, grazie di esistere!!!
(per il materiale fotografico si ringrazia la nota maestra di vita e di sorriso nonchè di yoga e di fotografia Raffaella C., nella cui dimora è conservata l'installazione artistica Cirulliana sopra presentata.)

lunedì 15 giugno 2009

Ipotesi di viaggio 2

Sono le parole a cercarmi
io, venuto fin qui
per non farmi trovare

e sanno sempre come tornare
emozioni incomplete
sogni incompiuti, versi lasciati
a scremare, fermentare
come viaggiatore che pensa le rotte
e non sa da che parte iniziare

viaggiatore che passa la notte
dal tatuaggio sopra il polpaccio
dal segno sopra parete
appunto preso a caso
messaggio non cancellato
sopra la sabbia ormai quasi sbiadito

e mi ritrovo ancora innamorato
momento dopo momento
strato su strato
che solo dal tessere paziente
dalle tessere attente dei nostri
mosaici personali
nasce il viaggio
porto di partenza e tutto il resto
che porto appresso per non dimenticare
chi sono, chi sei
da dove parto e dove
voglio andare

per vedere il mare da terra
la terra dal mare
la terra ed il mare
dall'aria ed altra aria
da altro mare ed altra terra

che non sempre è il
viaggiatore a viaggiare
è lo sfondo a mutare il contorno
ed assieme mutano le parole
verso l'altro e l'altrove
ed identitario è solo chi muore

e sono le parole a cercarmi
io, venuto fin qui
per non farmi trovare
perchè non sempre è
il viaggiatore a viaggiare

a volte si limita a guardarsi guardare
come da sempre quella linea di mare
che lontana confina col cielo
e vicina carezza e schiaffeggia
la terra, il mio stare

e nel mezzo c'è tutto il resto
che non posso capire
che non sempre è il viaggiatore
a viaggiare sono le parole
a cercarlo, e lui non vuol
farsi trovare

e non sempre è nel viaggio che sta
circoscritto il viaggiare
c'è uno stare transitorio
un predisporsi al tornare
una linea del sole sulla pelle
un facciamoci male

e per le parole è tutto un cercare
scrutare oltre orizzonte
per vedere e palpeggiare la vita
come un continuo e docile dolce
voler naufragare, sempre in altro mare
sempre e comunque in alto mare

ed è così che
ipotizzandoci in viaggio
iniziamo a viaggiare.

Ipotesi di viaggio 1

ISTRUZIONI PER L'USO

Per iniziare questo viaggio
occorrono amore, curiosa incertezza
il rumore, la giusta dose d'indecenza
occorrono persone, compagni di viaggio
l'equipaggio d'ipotetica nave
il coraggio di lasciare la strada
consueta, perdersi in questa notte
mutare sovente le rotte
comporre sempre nuove mappe
prendere la mano di chi resta indietro
prendere appunti, contatti
mettersi in rete
nessuna fretta di arrivare
nessun timore di sbagliare
tutto quel disordine fisico e mentale
nessuno spavento, è il vento
dei gesti da fare

Riflessioni sparse che vorrebbero risolvere ma non sanno se possono:



1- va rimessa in discussione la forma partito;
2- va completamente deburocratizzato il rapporto vertice base;
3- va dato il massimo margine di autonomia alle realtà locali (circoli);
4- va letto il territorio dai circoli, allacciando legami politico/ culturali;
5- va creata una rete tra tutte le varie realtà politiche/realtà culturali/realtà conflittuali territoriali/realtà non inseribili in schematismi rigidi di vecchia scuola di partito;
6- il tutto deve avvenire in un contesto di rapporto inter pares/tra pari (ma anche dispari per non fare pregiudiziali);
7- bisogna invitare ed essere invitati, partecipare ed essere partecipati;
8- nessuna pregiudiziale di partecipazione se non la condivisione delle finalità, si ragiona sul fare, nel merito;
9- nessuna pregiudiziale, tranne quelle che ci fanno portatori di un modello culturale alternativo e di sinistra (antifascismo. antirazzismo, laicità,...);
10- i circoli devono smettere di essere “case chiuse” e divenire “case aperte” (che si chiamino case del popolo/case della sinistra/case multiculturali od altro,
ma penso che “casa del popolo” si possa considerare una dizione che soddisfa il senso di continuità e di innovazione).

giovedì 4 giugno 2009

Niente di personale


Non mi chiamo
col nome che tu
m'hai dato
il mio nome è un altro
ma l'ho dimenticato
ero seduto davanti
al fiume
accanto al mare
dietro un non senso
e ti ho sentita chiamare
quel nome
così come si chiama
l'aria per respirarla
senza agitazione
come si guida il cuore
nel suo battere
senza metterci ardore
e quel nome mi ha sfiorato
sulla pelle
e dato quel brivido che
volevo ma già in quel
momento lo sapevo
che avevo rubato
perchè non sono io quel nome
che hai chiamato
come non sono e non
so essere la danza
limite di una lontananza
che non so toccare
per via che non la so ballare
e non sono io
decisamente non sono io
il coreografo dei nostri
a presto, dei potenziali addio

e faccio finta di niente
e niente di finta faccio
prendo le carte e viaggio
niente di personale.