Sono le parole a cercarmi
io, venuto fin qui
per non farmi trovare
e sanno sempre come tornare
emozioni incomplete
sogni incompiuti, versi lasciati
a scremare, fermentare
come viaggiatore che pensa le rotte
e non sa da che parte iniziare
viaggiatore che passa la notte
dal tatuaggio sopra il polpaccio
dal segno sopra parete
appunto preso a caso
messaggio non cancellato
sopra la sabbia ormai quasi sbiadito
e mi ritrovo ancora innamorato
momento dopo momento
strato su strato
che solo dal tessere paziente
dalle tessere attente dei nostri
mosaici personali
nasce il viaggio
porto di partenza e tutto il resto
che porto appresso per non dimenticare
chi sono, chi sei
da dove parto e dove
voglio andare
per vedere il mare da terra
la terra dal mare
la terra ed il mare
dall'aria ed altra aria
da altro mare ed altra terra
che non sempre è il
viaggiatore a viaggiare
è lo sfondo a mutare il contorno
ed assieme mutano le parole
verso l'altro e l'altrove
ed identitario è solo chi muore
e sono le parole a cercarmi
io, venuto fin qui
per non farmi trovare
perchè non sempre è
il viaggiatore a viaggiare
a volte si limita a guardarsi guardare
come da sempre quella linea di mare
che lontana confina col cielo
e vicina carezza e schiaffeggia
la terra, il mio stare
e nel mezzo c'è tutto il resto
che non posso capire
che non sempre è il viaggiatore
a viaggiare sono le parole
a cercarlo, e lui non vuol
farsi trovare
e non sempre è nel viaggio che sta
circoscritto il viaggiare
c'è uno stare transitorio
un predisporsi al tornare
una linea del sole sulla pelle
un facciamoci male
e per le parole è tutto un cercare
scrutare oltre orizzonte
per vedere e palpeggiare la vita
come un continuo e docile dolce
voler naufragare, sempre in altro mare
sempre e comunque in alto mare
ed è così che
ipotizzandoci in viaggio
iniziamo a viaggiare.
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