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giovedì 21 gennaio 2010

martedì 19 gennaio 2010

Andrea D'Urso - le Zanzare



Le zanzare

Oggi sulla corriera mi sono portato un bel Raymond Chandler da leggere. Sulla copertina c'e' ancora la zanzara che ho spiaccicato ieri sera. I tascabili della Feltrinelli sono ideali per la caccia alle zanzare, agili e maneggevoli. Si e' aperta la caccia, perche' la stagione delle zanzare arriva sempre quando meno te l'aspetti, onestamente avevi rimosso l'esistenza di questi piccoli e curiosi animaletti scassapalle, i quali chissa' quale ruolo occupano nel disegno divino, un disegno in cui non sempre Dio ha avuto la mano ferma,ma magari qualche volta anche lui e' stato punto da questi piccoli e curiosi animaletti scassapalle.La prima zanzara che incroci non ci fai caso, la seconda pensi sia un caso, la terza pensi non sia il caso di ucciderla e la quarta te ne penti amaramente. Le peggiori sono quelle che ti colpiscono alle caviglie, o quelle che non scendono dal soffitto o si mimetizzano tra le tende. Ma le peggiori in assoluto sono quelle che neanche si degnano di pungerti,ti ronzano nell'orecchio in piena notte come a dirti dai svegliati coglione, non ti accorgi che stai facendo una vita da idiota...
(da “Occidente Express” di Andrea D’Urso - Edizioni Ennepilibri – Imperia, 2007)

Andrea D'Urso



OCCIDENTE EXPRESS

Prendo il Viterbo-Roma Saxa Rubra, il Saxa Rubra-P.zzale Flaminio, la metro a, il 490, il 628, il 69, ma in realta' salgo sempre sullo stesso pullman, lo stesso autobus, lo stesso treno. Salgo dove salgono tutti, salgo sull' Occidente Express.Si viaggia sempre piu' veloci sopra questo tipo di macchinario, perche' la velocita' delle tenebre supera di gran lunga quella della luce. Si guarda fuori dal finestrino ed il paesaggio cambia di volta in volta, come la trama di una commedia che scorre liscia come l'olioma di cui il regista deve ancora spiegarci il finale.Quando si scende ? Non ricordo neanche quando sono salito.So solo che la Tabaccaia mi cambia 50 euro e mi guarda con odio.


VEDO E NON VEDO


Le strade portano dove non portano, ne sono sempre piu' convinto, pur senza convinzione. Leggo nei volti delle persone o in quello che sopravvive di esse e non vedo i segni del tempo, vedo un fascio di evanescenze sciolto alla rinfusa e lasciato stagionare lungo un parquet lucidato ma perennemente scricchiolante. I piu' bravi come shangai riescono a raccogliere i pezzi senza far crollare tutto.Vedo le carte che il destino mi ha assegnato, ma il destino non ha mai mischiato, e sarei tentato di dire senza esitazione 100 e sto,cosi' come diceva mia nonna Rosaria di fronte a qualsiasi cartadurante spassosi, enigmatici, corroboranti sette e mezzo di inizio anno. No, io dico insonnia, denti rovinati, sempre piu' decisa indecisione e sto. Si', comunque sto, perche' tutti stanno, anche quelli che rilanciano, stanno peggio, stanno meglio, comunque stanno.Vedo un gatto nero che mi attraversa la strada e proseguo dritto.Secondo me sono gli uomini che portano sfortuna e non per forza neri. Vedo il menu' della casa, anche se non vedo la casa, ed in basso a destra,accanto all'elenco dei digestivi, ci sta scritto in piccolo Coltiva l'orto del tuo giardino. Perfetto, ma scusate, quale orto ? quale giardino ?

TU SEI ALTROVE


Ho disimparato pure a dormire, mi sveglio sempre presto, come i vecchi,anche quando potrei permettermi il contrario. Neanche sulla corriera riesco ad appoggiare la testa sul finestrino e fare come gli altri. Sto disimparando pure a fingere. Prima avevo il mio sistema bello e pronto: esco alle otto di mattina e torno alle otto di sera, nel mezzo devi sottostare ad una manica di neocalvinisti incravattati, beghe, controbeghe, piccoli e grandi accondiscendenze, umiliazioni su misura come colletti di camicia, ma ecco il sistema che accorre e ti salva, dicendoti tranquillo, non preoccuparti, non sei li', tu sei altrove. Considerando che alle 11.00 vai a letto per stare la maggior parte del tempo a fissare il soffitto e tua moglie che dorme, (ma tu non sei li', tu sei altrove) rimangono tre ore in cui devi fare i piatti, preparare la pappa al bambino e litigare con tua moglie che e' sveglia, ma tu non sei li', tu sei altrove. C'e' il fine settimana poi, in cui il sabato devi fare quello che non sei riuscito a fare prima e la domenica devi andare a pranzo dai genitori o conversare con gli amici o scopare con tua moglie che meta' dorme e meta' e' sveglia, ma tu non sei li', tu sei altrove. Ho capito, ma dove cavolo stai ? Forse ti nascondi nelle curve di una S o nel guscio di una U o sotto al tetto di una T, forse soggiorni tra le righe delle tue poesie che nessuno legge. Il tutto mentre la tipa che siede una fila avanti me sghignazza con l'amica del cuore e sentenzia che l'uomo ideale deve essere alto almeno 1.72. Due centimetri, cazzo.


ESSERE SE STESSI


Sia chiaro, io non ho nulla in contrario con chi legge nella metro,
ma bisogna pure vedere cio’ che uno legge pero’..
Per esempio, lei signorina che sfoglia un libro dal titolo “Essere se stessi”
Potrebbe anche complicarmi la giornata piu’ di quanto gia’ lo sia di suo.
Per questa volta passi, ma la prossima volta che mi capita a tiro
Un libro che parla di come e’ bello essere se stessi, io lo prendo e lo brucio,
e se incontro qualcuno che mi invita a essere me stesso io gli tiro un cazzotto in faccia..
Essere se stessi.. ma che stronzata e’ questa ? ma sapete di cosa state parlando almeno ?
Essere se stessi, ma che pensate che sia come lavarsi i denti
(che peraltro non e’ affatto facile se lo devi fare bene) o bere un caffe’ ?
Per esempio, ieri ho scorazzato qua e la’ per tutta la mattina,
ho prestato il fianco, tutti i fianchi, a ogni sfumatura di non sense, e senza garanzie bancarie,
ho eseguito, ho assecondato, ho taciuto e ancor peggio ho parlato,
ed il tutto per tornarmene a casa alla dieci di sera,
e, prima di andare a dormire per ricaricarmi come una pila di seconda mano,
bermi una birra, stendermi sul divano, fissare il lampadario dell’Ikea
e per una mezz’ora scarsa essere finalmente me stesso.
Sii te stesso, ma va’ a quel paese va’….


Le donne più belle del mondo


Lei ogni mattina prepara la colazione
ad un marito pensoso e ad un figlio disincantato,
lei invece la sera si addormenta sempre a tre quarti di film,
lei invece ha la pelle rovinata ed il più delle volte
balla al suono di una musica che non si sente,
lei invece ripassa a memoria la lezione di francese,
lei invece ogni giorno rimesta attentamente i propri dolori
e non lascia cadere neanche una goccia,
lei invece appoggia la testa al finestrino
con uno sguardo perso
che niente e nessuno ritroverà mai più,
lei invece detesta le sue mani cicciotte
e non è a suo agio su questa terra,
lei invece è felice quando si siede sul divano
e sfoglia il catalogo dell’Ikea,
lei invece vuole solo il grande amore,
lei invece si mangia le unghie
e non vede l’ora di arrivare a casa,
lei invece ha un’aria rigorosa e compunta
ma posso vederla bambina
con in testa dei pensieri magnetici
che parla alle bambole
e cammina nella mano del padre,
lei invece è seduta al posto degli invalidi di guerra
indossa un vestito a fiori
e fissa misteriosamente in alto,
lei invece va per la settantina
ma gli occhi sono sempre quelli-
gli occhi non invecchiano -
a volte pensa alla morte, a volte pensa alla vita,
ogni giorno pensa alla spesa,
lei invece sono cinque minuti buoni
che si sta domandando se il signore di fronte
sia sufficientemente anziano per cedergli il posto,
lei invece non riesce a mandare i messaggi col cellulare,
lei invece mi sorride e mi fa passare,
perché le donne più belle del mondo
vivono sugli autobus e non scendono mai.
(da “Occidente Express” di Andrea D’Urso - Edizioni Ennepilibri – Imperia, 2007)

Rubinetterie

Mia madre ha sempre sognato per me
un lavoro importante, rispettabile e rappresentativo,
ed i suoi sogni son diventati realta’, perche’ sono un rappresentante.
A me piace come lavoro, mi trovo bene, mi e’ naturale,
perche’ e’ piu’ facile rappresentare rubinetti che se stessi.
I rubinetti non si fanno troppe domande e dove li metti stanno.
Quando apro la valigetta e comincio a spiegare, a sfogliare i cataloghi,
mi sento alla grande e non mi fermerei mai,
quando poi scorgo nel viso del commerciante i primi segni di cedimento
mi coglie una gioia immensa, primordiale,
cosi’ come quando ho appena piazzato un rubinetto
mi assale una certa malinconia,
perche’ con quel rubinetto se ne va per sempre una parte di me.
Eh no, i rubinetti venduti non tornano piu’ indietro.
Io li conosco tutti i miei rubinetti, e anche quelli degli altri,
sono un po’ come figli, e quelli degli altri sono un po’ come nipoti.
La gente comune forse non lo sa,
ma ogni rubinetto ha una sua anima ed un suo portamento.
Non ci avete mai fatto caso ?
Un rubinetto che perde e’ un po’ come un uomo che piange.
Ma i miei rubinetti non perdono mai, vincono sempre.
Sono rubinetti di ultimi generazione, dal getto potente e voluminoso,
io la mattina ci metto le mani sotto
e starei le ore a sentire l’acqua calda che scende sulle mani,
se non fosse che devo andare a piazzare altri rubinetti come quello che ho di fronte.
Peraltro io viaggio molto, il mio non e’ un lavoro sedentario
e conosco sempre nuovi paesi e citta’, e anche nuovi ferramenta.
Certo, a volte la sera quando ritorno a casa e ricalcolo l’iva,
sento una voce dentro di me che dice:
Dio, ma perche’ io vendo rubinetti ? Non sono anch’io una creatura ?
Essendo parte del creato non sono anche i rubinetti delle creature ?
E non solo i rubinetti hanno un’anima, anch’io ho un’anima,
e allora perche’ mi hai lasciato solo in balia dei grossisti ?
Non dovrei stare li’ con te, con gli angeli che cantano
ed una vita eterna come un rubinetto in bronzo ?
Ma poi sento un’altra voce che dice:
l’anno prossimo mi metto in proprio, se Dio vuole.




Andrea D'Urso da "Scrivo poesie ma non l'ho fatto apposta"

giovedì 7 gennaio 2010

49 anni in saletta Filippi










Love is love
















Beato fra le donne



ragazzi in gamba



il cellulare del capo




Agiuspinognidoveaituoiquarantanove

Auguri fraterni e non solo
di buon compleanno soltanto

poeta che cerchi l’assolo
nel ritmo e nel volo

instilli i tuoi versi di canto
che sanno d’amore del mondo
di donna di gioia di pianto
di gusto di rima felice e dolente

e i cuori che non vogliono inganno
condividono il tuo essere amico
e compagno che sente e dissente
influente e mai pretendente

nel tuo intimo cerchi e ne scrivi le vesta
e descrivi ed esplori a fondo le gesta

Tuo è il desìo per l’amore e la vita
meta di brame a volte infinita

come una meta che non ha meta
ma che conosce solo il poeta.

Dunque se molti poeti lo sanno
o anche se non lo sanno
ti auguro buon compleanno.


(testo originale dell'enofilosofo Eligio Elle)