martedì 30 agosto 2011

LA PRIMA DOMENICA DI NOVEMBRE

(La prima domenica di novembre)

Facciamolo, una volta per tutte

e facciamolo fino in fondo.
Portiamo tutte le feste alla domenica.
Tutte, nessuna esclusa.
Laiche, religiose e quanto d’altro,
cadano tutte la domenica.
Ma non la domenica, così detto per dire.
Tutte nella stessa domenica:
la prima di novembre.

Mettiamoci il natale, la pasqua, la liberazione.

Tutti i santi, i beati, i sanculotti e i prelati.
La costituzione, la redenzione, il carnevale.
L’estrema unzione, il primo bacio e l’ultimo sentore.
L’anniversario di ogni primo amore.
La festa rionale, quella del santo patrono.
Le nozze di bronzo, d’argento e quelle d’oro.
La festa del lavoro e quella del non lavoro.
San precario e tutto il mondo vario.
Del sacro e del profano, e l’epifania.
La fata del dentino, l’arcivescovo diseredato.
Il giorno della memoria e quella dello scordo.

Mettiamo ogni festa, ogni passaporto esistenziale

ogni ricordo, da festeggiare in un solo istante.
Capo d’anno esponenziale da mettere
nella prima domenica di novembre.
Sì, mettiamoci tutte le feste in sole 24 ore
e poi senza pudore facciamoci attorno
un unico ponte generale,
dal giorno dopo al giorno prima
dal punto di arrivo al punto di partenza
che ci restituisca, in un solo fiato
dal futuro al passato, tutta l’esistenza.

venerdì 26 agosto 2011

Il fiume fa un ansa ogni scelta,
il mare si arresta ogni volta che vuole capire,
il cielo è tempesta tutti i giorni in cui
rifiuta di aderire, la luna si svuota
se non ha voglia di star lì a illuminare,
le stelle in plenaria hanno l'aria di chi
non vuole più essere arte né parte
e tutta intera la natura del cosmo
fa uno sciopero chiaro e sincero,
per dire che basta, il limite è colmo,
a stare lì fermi si è complici.

Per cui in piena facoltà le chiedo
signor sole, la smetta di concederci l'estate

chiuda baracca e ci porti l'autunno
poi di colpo nel pieno della scena
prenda con se la più rossa bandiera e lotti con noi
ci aiuti col suo caldo sapore
e porti in piazza tutti quelli che
non credono più si possa mutare
che non amano uscire dalla gabbia
dell'uso quotidiano della vita
che non sanno concepire la salita
ed il sudore che serve per poterla salire.

Siamo popolo, gente, classe, comunità,
lavoratori, avvisaglia, marmaglia,improvvisatori, lottatori, scioperanti,dissacratori, innamorati, liberi, assetati.

Siamo noi il nostro ora, mai più rassegnati
smettiamola, una volta per tutte,
di essere ingannati.


6 settembre 2011 SCIOPERO GENERALE CGIL

E alla fine lo Sciopero Generale è arrivato.

Probabilmente un po’ in ritardo e, almeno per la CGIL, anche insperato, almeno nella rapidità della decisione (dopo una riunione dei segretari generali), nella durata (subito l'intera giornata) e nella data (da organizzare in poco più di dieci giorni e poi da quanto non scioperavamo in mezzo alla settimana?). Sciopero della CGIL e delle sigle extraconfederali sostenuto da Rifondazione, da SEL, dal PDCI e dall'IDV.
E anche se, come al solito, a nessuno è venuto in mente di illustrare le riflessioni, le motivazioni che hanno spinto la CGIL a cambiare posizione politica dopo una estate passata a ricucire con CISL, UIL, Confindustria e compagnia bella e a firmare accordi e piattaforme "contronatura" e a perseguire l'isolamento della FIOM, tutti lo salutiamo come il primo passo necessario. Necessario seppure non sufficiente. E seppure mi sarei aspettato una "chiamata generale" della Camusso per chiedere a tutti i funzionari sindacali il rientro anticipato dalle ferie, seppure mi sarei aspettato una mobilitazione starordinaria immediata (lo sciopero è tra soli 12 giorni con due sabati e due domeniche) che coinvolgesse e responsabilizzasse ogni singola/o iscritta/o, bisogna comunque fare ognuno di noi ogni cosa che possa aiutarne la riuscita.
Perchè questo non è uno sciopero come gli ultimi. O riesce, cioè il 6 settembre l'Italia si ferma tutta, o correremo veloci verso la barbarie (prima fermata la Grecia) . La rabbia che è montata nella gente negli ultimi mesi (contro Berlusconi e il suo Governo ma purtroppo anche contro tutta la politica, in verità contro i partiti ed i politici, e anche contro i sindacati, considerati o inutili o servi dei poteri forti) rende però possibile una adesione straordinaria che travolgerebbe CISL e UIL ed anche il PD costringendoli a gettare la maschera e a decidere chiaramente da che parte stare. Non che mi aspetti da questi soggetti decisioni illuminate, ma credo che tra gli iscritti di CISL, UIL e PD molti non si adeguerebbero a decisioni che non li rappresentano; si farebbe almeno un pò di chiarezza. E se è vero, ed ognuno di noi è termometro dei luoghi che frequenta, che tra le persone sembra maturata la convinzione che la misura è oramai colma, dobbiamo lavorare perchè lavoratrici e lavoratori iscritti a sindacati diversi da quelli che proclamano lo sciopero, le/gli elettrici/ori di quei partiti che non vi aderiranno, partecipino alle manifestazioni magari con le loro bandiere.
La mia percezione è che stavolta, molto più che nel recente passato, questo sia realmente possibile. Ma serve un lavoro capillare, serve che ognuna/o di noi "scenda in campo" si attivi sul suo posto di lavoro, nel suo quartiere, nel suo paese, nella sua famiglia per organizzare assemblee, manifesti e volantinaggi che si rivolgano esplicitamente a chi non è della CGIL o extraconfederale per spiegare che è arrivato il momento per decidere da che parte si stà. Spiegare a tutti che questo non è il momento delle differenziazioni (e lo dice chi, come me, molte differenziazioni mantiene sia sulla piattaforma CGIL sia nel percorso che ha portato alla proclamazione dello sciopero) e che invece questo è il momento della scelta di campo, dell’unità di chi si sente, magari anche con alcune differenze, dalla stessa parte.
O con chi lavora o con chi guadagna speculando in borsa; o con il popolo che lavora per vivere o con chi è ricco e vuole continuare a sfruttare il lavoro degli altri, o con chi paga le tasse e mantiene la civiltà o con gli evasori/parassiti, o con i lavoratori o con Marchionne, o per la patrimoniale o per l'aumento dell'IVA, o per l'ICI sulle attività non di culto della Chiesa o per l'aumento dell'IVA; o per un mondo più giusto o per un mondo governato dal capitale; o per uno sviluppo che conservi la Terra o per il Ponte sullo stretto, il nucleare e la guerra.
La crisi prodotta dalla finanza internazionale morde i nostri salari, divora posti di lavoro e cancella diritti e servizi. Ma lor signori pensano a gigantesche manovre finanziarie che hanno l'unico obiettivo di sistemare i loro conti. Non un accenno critico su di un sistema economico/politico, oramai mondiale, che spinge progressivamente masse di lavoratori nella povertà smantellando (dove c'erano) i sistemi di protezione sociale e divora territori e beni naturali per fare cassa. Nessuno, neanche per scherzo, prova a spiegare come questa montagna di soldi che ci toglieranno potrà essere utile alle lavoratrici ed ai lavoratori. Come questi soldi serviranno a far rientrare al lavoro dalla cassa integrazione, come si utilizzeranno per sostenere la gran parte dei salariati e consentirgli di pagare il mutuo e di vivere anche nella quarta settimana, come miglioreranno i servizi di assistenza ai malati, agli anziani, ai bambini e chi ha bisogno etc etc. Non lo dicono neanche per scherzo perchè questa gigantesca manovra non serve a questo, non si chiedono sacrifici al popolo per aiutare chi stà peggio. E purtroppo neanche le cosidette contromanovre dei partiti di opposizione hanno questi obiettivi. Questi soldi, nella versione hard di berlusconi o nella versione light di bersani, servono a "tenere sotto controllo i conti". Cioè servono al sistema per superare la crisi e tornare a fare esattamente le stesse politiche che hanno portato alla crisi. Cioè chiedono a noi di pagare il salvataggio del loro sistema che ci rende sempre più poveri, sempre più schiavi, sempre meno liberi e che arriva, per far guadagnare qualcuno di loro, a vendere l'acqua potabile, la scuola, la salute (sono arrivati pure ad obbligarci a comprare il digitale terrestre da Fratello Paolo per poter vedere la televisione). E lo fanno alla luce del sole, senza nascondersi dietro cortine fumogene. Fanno una manovra di classe come non se ne vedeva da tempo. Tolgono ai poveri per garantire il benessere dei ricchi. Il 60% delle ricchezze del nostro paese è in mano al 10% dei suoi abitanti, ed il 60% dei suoi abitanti possiede il 10 % delle ricchezze. L'evasione/elusione fiscale serve ad accumulare enormi ricchezze che diventano edifici, beni di lusso, azioni di borsa, investimenti più o meno a rischio, capitali da esportare illegalmente. Quindi i soldi ci sono (l'Italia rimane uno dei dieci paesi più ricchi del mondo) e si sà anche chi ce l'ha. Negli ultimi venti anni il 15% del PIL è passato dalle tasche dei lavoratori a quelle dei padroni e della finanza. quindi in anni difficili i poveri sono diventati di più e più poveri e i ricchi sono meno ma più ricchi.
E invece dove vanno a pescare i denari?
- Ulteriore taglio alla previdenza (si rendono conto questi criminali che l'attuale sistema previdenziale, voluto purtroppo anche dalla gran parte della CGIL e del centro sinistra, produrrà una generazione di lavoratori che il giorno stesso del pensionamento diventeranno poveri? E con il mercato del lavoro che ha di fatto eliminato il lavoro a tempo indeterminato moltissimi degli attuali 35enni non la avranno mai la pensione. Hanno scientificamente lavorato per spingerci ad una povertà di massa nel periodo, la vecchiaia, più difficile dell'esistenza. Ed oramai è scoperto anche il bluff dei fondi pensione trascinati in basso dalle difficoltà delle borse);
- Privatizzare quello che ancora non è stato privatizzato e non per “migliorare” i servizi al cittadino o per renderli meno onerosi, ma per raggiungere un doppio obiettivo: far cassa per migliorare i conti e vendere ai loro amici (o a loro stessi) per guadagnare su beni di tutti;
- Ulteriore taglio agli enti locali che dovranno di conseguenza ridurre ulteriormente i servi sociali (che hanno come scopo quello di sostenere i cittadini e specialmente quelli che hanno difficoltà) ed aumentare le tasse a quelli che le pagano (perchè è risaputo che gli evasori se ne infischiano dell'aumento di tasse che non pagano);
- e poi la faccia come il culo di ragionare intorno ad una cosa che veramente da sola dovrebbe bastare a spingerci a fare la rivoluzione: l'aumento dell'IVA. Non solo ci chiedono di sacrificarci per pagare i debiti che loro hanno contratto, non solo ci spiegano che i nostri sacrifici non servono a migliorare le nostre condizioni materiali di vita che, anzi, ci dicono che causa crisi peggioreranno, ma cercano questi soldi nella maniera più ingiusta che possa esistere. L'IVA la paghiamo tutti allo stesso modo. L'IVA è applicata a tutti i beni che si acquistano. Un chilo di pane, un litro di benzina e ogni altra cosa che conseguentemente aumenterà produrrà un prelievo aggiuntivo identico nelle tasche di un pensionato, di un disoccupato come in quelle di Marchionne o Berlusconi. Solo che mille euro/anno in meno per un pensionato o un dipendente da 1200 euro/mese non pesano come le mille euro tolte dalle tasche di Agnelli.
E ognuna/o di noi potrebbe spiegare, certo meglio di come ho provato a fare sopra, altre mille cose che tratteggiano la feroce lotta di classe che da anni si stà combattendo nel nostro Paese come in tutti gli altri Paesi occidentali e che oggi diventa solo più visibile (prima sembrava che solo la sinistra ormai extraparlamentare e la FIOM vedessero cosa stava accadendo) più feroce ed aggressiva. Lotta di classe e quindi di cultura. Tagli alla ricerca pubblica, alla scuola, alle arti insomma a tutto quello che "non si mangia" che non serve a produrre sfruttamento e quindi denaro. Anche nel resto del mondo si muovono altre, seppur diverse tra loro, moltitudini che reclamano il diritto a decidere come vivere, dall’America Latina al Maghreb, da Londra a Parigi, in Palestina ed in Israele. Alcuni sanno bene quello che vogliono altri sanno solo che non vogliono più vivere senza un futuro.
E allora, seppure siamo stanchi e molto delusi, il momento è adesso. Ora abbiamo la necessità e la possibilità di far rinascere la speranza di un cambiamento vero; ora sembrano esserci segnali di una voglia diffusa di ribellarsi, di farla finita. Ma serve un lavoro capillare, serve che ognuna/o di noi "scenda in campo" si attivi sul suo posto di lavoro per organizzare assemblee, manifesti volantinaggi che si rivolgano esplicitamente a chi non è della CGIL o extraconfederale per spiegare che non si sciopera per la CGIL o gli altri sindacati, ma si sciopera per dichiarare da che parte si sta e per percepire e far percepire la forza dello stare insieme.
Ecco, stare insieme, lavorare insieme, ricostruire comunità smantellate; ed allargarle. Mantenendo le differenze certo, ma stando insieme, tra noi e con gli altri come noi, per difenderci dai nostri avversari e finalmente vincere. Le preoccupate reazioni alla proclamazione dello sciopero, anche dalle parti che dovrebbero esserci amiche, ci dicono che qualcuno di lor signori avverte il pericolo. Perchè possiamo farcela. I nostri avversari sanno bene chi siamo e chi potremmo tornare ad essere.
Ora tocca a me, a te, a noi tutti. Gli altri ora c’entrano poco, le odiose burocrazie sindacali e quelle di partito; ora tocca a me fare quello che posso sperando che anche tanti altri facciano lo stesso.

Ferruccio Nobili



lunedì 22 agosto 2011

Gioca coi santi e lascia stare i fanti

Appeso a quel che resta del resto
della notte. Portami via dal sommario,
sommesso brusio degli assenti
da quella fila di numeri soppressi.
25, 1 e poi 2, libero e laico
terno secco del vissuto resistente.
Liberazione, Lavoro e Costituzione
che mi sento di morir. Come se
storia, identità e memoria
possano essere immaginarie
caselle di una tombola irrisoria
su cui poggiare i fagioli del nostro ora.
A misurare la distanza tra i toni di un’alba
i contorni sfumati dei tramonti.
Clessidre da girare per decreto reale
onnipotenza del faraone, da far convergere
in unico corpo di significato tra
il museo del non ancora e quello del mai più.
Con un audace colpo di coda estivo.
Mausoleo del né carne né pesce
né buono né cattivo, astemio per ignoranza
vegetariano per parca moderazione.
E ci resterà accanto solo l’inginocchiatoio
collettivo del santo patrono e del vescovo
tentacolare. E facciamoci su un ponte
che in un colpo solo li congiunga
quel 25 aprile al primo maggio, e via di corsa
al due di giugno, laicamente protesi alla vita
spudoratamente festeggianti,
riappropriamoci dei fanti e
senza pudore giochiamoci tutti i santi.

venerdì 12 agosto 2011

HO UN SOGNO!

Manovra poetica bis di quasi ferragosto.

Ho un sogno, un luogo, una strada,
una piazza, angolo di città
luogo idoneo a piantare un’idea
giusta dose di astio, dolcezza e rebeldia
da annaffiare ogni giorno, ogni istante
fino a cambiare il non luogo del resto del mondo
ché non sappia di muffa stantia,
di cieca, passiva rassegnazione.

Ho un sogno, un luogo idoneo ad un sogno
un luogo dove costruire un incontro permanente,
una piazza fatta di carne e natura
di parole, di tante persone a presidio
coinvolgendo di vicino in vicino,
di sindacato in disoccupato
di arrabbiato in partito, in ritornato,
d’indignato in innamorato, appena sfiorato.

Ho un sogno, un luogo in cui le persone
anime scondite, da insaporire di vita
diventino di più, e più umane
e quella piazza, quella strada, quell’angolo di città
possano essere indizio di un nuovo illimitato inizio,
di un fiume in cui lenti affluenti rendano reale
quella leggerezza che ci spetta.

Risposta collettiva al treno che deraglia
per decreto, asino che raglia,
e taglia la testa, la festa, il sogno
nel sacro nome del mercato padrone,
pretesa ragione del capitale.

Un’unica soluzione, per “l’io sono”
di tutte le generazioni, le molteplici nature,
perché smetta una volta per tutte
quell’insana propensione al sopravvivere
e da questa piazza, questa strada, quest’angolo di città ….

Ma è quasi ferragosto, potrei drogarmi d’estate
e smettere per sempre di pensare.
Invece no, vi chiedo, ve lo sussurro appena
AIUTATEMI A SOGNARE!

mercoledì 10 agosto 2011




A volte bisogna pur dire
alla vita di volerla vivere.


Nell’invitarti di voler dire alla vita di volerla vivere vi mando anche un compito.
Di quelli che una volta si davano per l’Estate. Da riportare a casa dalle vacanze.
Con Paolo er Pesce Nanna e Tiziana Camerani stiamo preparando uno spettacolo
teatrale poetico musicale. Si tratta di uno spettacolo di Paolo a cui diamo un contributo
io e Tiziana, e mi piacerebbe coinvolgere in modo aperto a questa parte creativa
chi ne abbia voglia. Come? In modo semplice. Vi spiego.
In questo spettacolo Paolo fa la voce narrante che narrando la sua esperienza
di vita negli anni ottanta ci porta in quegli anni. Tiziana fa invece la voce cantante.
E ci ricama la colonna sonora degli anni ottanta. Io invece faccio la voce poetante.
Faccio il rompiscatole, quello che dice peste e corna. E nel farlo mi accompagno
con una cronologia degli anni ottanta.

La richiesta che faccio è quella di darmi una mano a scovare le date essenziali di quegli anni.
Mi mandate eventi noti e meno noti di quegli anni? Essenziali.
Data ed evento. In modo da costruire assieme quella cronologia?

(scrivete a giuspin61@libero.it)

Pensateci e sappiate che la cosa rimane aperta fino ad inizio settembre, ma se vi vengono idee mandate
Pure che la cronologia potrà essere sempre integrata ANCHE IN TEMPO REALE.

Pertanto:

BUON FERRAGOSTO A TUTTI !!!!
E RICORDIAMOLO SEMPRE
NON PERDIAMOCI DI VISTA
GIUSEPPE SPINILLO