venerdì 26 agosto 2011

6 settembre 2011 SCIOPERO GENERALE CGIL

E alla fine lo Sciopero Generale è arrivato.

Probabilmente un po’ in ritardo e, almeno per la CGIL, anche insperato, almeno nella rapidità della decisione (dopo una riunione dei segretari generali), nella durata (subito l'intera giornata) e nella data (da organizzare in poco più di dieci giorni e poi da quanto non scioperavamo in mezzo alla settimana?). Sciopero della CGIL e delle sigle extraconfederali sostenuto da Rifondazione, da SEL, dal PDCI e dall'IDV.
E anche se, come al solito, a nessuno è venuto in mente di illustrare le riflessioni, le motivazioni che hanno spinto la CGIL a cambiare posizione politica dopo una estate passata a ricucire con CISL, UIL, Confindustria e compagnia bella e a firmare accordi e piattaforme "contronatura" e a perseguire l'isolamento della FIOM, tutti lo salutiamo come il primo passo necessario. Necessario seppure non sufficiente. E seppure mi sarei aspettato una "chiamata generale" della Camusso per chiedere a tutti i funzionari sindacali il rientro anticipato dalle ferie, seppure mi sarei aspettato una mobilitazione starordinaria immediata (lo sciopero è tra soli 12 giorni con due sabati e due domeniche) che coinvolgesse e responsabilizzasse ogni singola/o iscritta/o, bisogna comunque fare ognuno di noi ogni cosa che possa aiutarne la riuscita.
Perchè questo non è uno sciopero come gli ultimi. O riesce, cioè il 6 settembre l'Italia si ferma tutta, o correremo veloci verso la barbarie (prima fermata la Grecia) . La rabbia che è montata nella gente negli ultimi mesi (contro Berlusconi e il suo Governo ma purtroppo anche contro tutta la politica, in verità contro i partiti ed i politici, e anche contro i sindacati, considerati o inutili o servi dei poteri forti) rende però possibile una adesione straordinaria che travolgerebbe CISL e UIL ed anche il PD costringendoli a gettare la maschera e a decidere chiaramente da che parte stare. Non che mi aspetti da questi soggetti decisioni illuminate, ma credo che tra gli iscritti di CISL, UIL e PD molti non si adeguerebbero a decisioni che non li rappresentano; si farebbe almeno un pò di chiarezza. E se è vero, ed ognuno di noi è termometro dei luoghi che frequenta, che tra le persone sembra maturata la convinzione che la misura è oramai colma, dobbiamo lavorare perchè lavoratrici e lavoratori iscritti a sindacati diversi da quelli che proclamano lo sciopero, le/gli elettrici/ori di quei partiti che non vi aderiranno, partecipino alle manifestazioni magari con le loro bandiere.
La mia percezione è che stavolta, molto più che nel recente passato, questo sia realmente possibile. Ma serve un lavoro capillare, serve che ognuna/o di noi "scenda in campo" si attivi sul suo posto di lavoro, nel suo quartiere, nel suo paese, nella sua famiglia per organizzare assemblee, manifesti e volantinaggi che si rivolgano esplicitamente a chi non è della CGIL o extraconfederale per spiegare che è arrivato il momento per decidere da che parte si stà. Spiegare a tutti che questo non è il momento delle differenziazioni (e lo dice chi, come me, molte differenziazioni mantiene sia sulla piattaforma CGIL sia nel percorso che ha portato alla proclamazione dello sciopero) e che invece questo è il momento della scelta di campo, dell’unità di chi si sente, magari anche con alcune differenze, dalla stessa parte.
O con chi lavora o con chi guadagna speculando in borsa; o con il popolo che lavora per vivere o con chi è ricco e vuole continuare a sfruttare il lavoro degli altri, o con chi paga le tasse e mantiene la civiltà o con gli evasori/parassiti, o con i lavoratori o con Marchionne, o per la patrimoniale o per l'aumento dell'IVA, o per l'ICI sulle attività non di culto della Chiesa o per l'aumento dell'IVA; o per un mondo più giusto o per un mondo governato dal capitale; o per uno sviluppo che conservi la Terra o per il Ponte sullo stretto, il nucleare e la guerra.
La crisi prodotta dalla finanza internazionale morde i nostri salari, divora posti di lavoro e cancella diritti e servizi. Ma lor signori pensano a gigantesche manovre finanziarie che hanno l'unico obiettivo di sistemare i loro conti. Non un accenno critico su di un sistema economico/politico, oramai mondiale, che spinge progressivamente masse di lavoratori nella povertà smantellando (dove c'erano) i sistemi di protezione sociale e divora territori e beni naturali per fare cassa. Nessuno, neanche per scherzo, prova a spiegare come questa montagna di soldi che ci toglieranno potrà essere utile alle lavoratrici ed ai lavoratori. Come questi soldi serviranno a far rientrare al lavoro dalla cassa integrazione, come si utilizzeranno per sostenere la gran parte dei salariati e consentirgli di pagare il mutuo e di vivere anche nella quarta settimana, come miglioreranno i servizi di assistenza ai malati, agli anziani, ai bambini e chi ha bisogno etc etc. Non lo dicono neanche per scherzo perchè questa gigantesca manovra non serve a questo, non si chiedono sacrifici al popolo per aiutare chi stà peggio. E purtroppo neanche le cosidette contromanovre dei partiti di opposizione hanno questi obiettivi. Questi soldi, nella versione hard di berlusconi o nella versione light di bersani, servono a "tenere sotto controllo i conti". Cioè servono al sistema per superare la crisi e tornare a fare esattamente le stesse politiche che hanno portato alla crisi. Cioè chiedono a noi di pagare il salvataggio del loro sistema che ci rende sempre più poveri, sempre più schiavi, sempre meno liberi e che arriva, per far guadagnare qualcuno di loro, a vendere l'acqua potabile, la scuola, la salute (sono arrivati pure ad obbligarci a comprare il digitale terrestre da Fratello Paolo per poter vedere la televisione). E lo fanno alla luce del sole, senza nascondersi dietro cortine fumogene. Fanno una manovra di classe come non se ne vedeva da tempo. Tolgono ai poveri per garantire il benessere dei ricchi. Il 60% delle ricchezze del nostro paese è in mano al 10% dei suoi abitanti, ed il 60% dei suoi abitanti possiede il 10 % delle ricchezze. L'evasione/elusione fiscale serve ad accumulare enormi ricchezze che diventano edifici, beni di lusso, azioni di borsa, investimenti più o meno a rischio, capitali da esportare illegalmente. Quindi i soldi ci sono (l'Italia rimane uno dei dieci paesi più ricchi del mondo) e si sà anche chi ce l'ha. Negli ultimi venti anni il 15% del PIL è passato dalle tasche dei lavoratori a quelle dei padroni e della finanza. quindi in anni difficili i poveri sono diventati di più e più poveri e i ricchi sono meno ma più ricchi.
E invece dove vanno a pescare i denari?
- Ulteriore taglio alla previdenza (si rendono conto questi criminali che l'attuale sistema previdenziale, voluto purtroppo anche dalla gran parte della CGIL e del centro sinistra, produrrà una generazione di lavoratori che il giorno stesso del pensionamento diventeranno poveri? E con il mercato del lavoro che ha di fatto eliminato il lavoro a tempo indeterminato moltissimi degli attuali 35enni non la avranno mai la pensione. Hanno scientificamente lavorato per spingerci ad una povertà di massa nel periodo, la vecchiaia, più difficile dell'esistenza. Ed oramai è scoperto anche il bluff dei fondi pensione trascinati in basso dalle difficoltà delle borse);
- Privatizzare quello che ancora non è stato privatizzato e non per “migliorare” i servizi al cittadino o per renderli meno onerosi, ma per raggiungere un doppio obiettivo: far cassa per migliorare i conti e vendere ai loro amici (o a loro stessi) per guadagnare su beni di tutti;
- Ulteriore taglio agli enti locali che dovranno di conseguenza ridurre ulteriormente i servi sociali (che hanno come scopo quello di sostenere i cittadini e specialmente quelli che hanno difficoltà) ed aumentare le tasse a quelli che le pagano (perchè è risaputo che gli evasori se ne infischiano dell'aumento di tasse che non pagano);
- e poi la faccia come il culo di ragionare intorno ad una cosa che veramente da sola dovrebbe bastare a spingerci a fare la rivoluzione: l'aumento dell'IVA. Non solo ci chiedono di sacrificarci per pagare i debiti che loro hanno contratto, non solo ci spiegano che i nostri sacrifici non servono a migliorare le nostre condizioni materiali di vita che, anzi, ci dicono che causa crisi peggioreranno, ma cercano questi soldi nella maniera più ingiusta che possa esistere. L'IVA la paghiamo tutti allo stesso modo. L'IVA è applicata a tutti i beni che si acquistano. Un chilo di pane, un litro di benzina e ogni altra cosa che conseguentemente aumenterà produrrà un prelievo aggiuntivo identico nelle tasche di un pensionato, di un disoccupato come in quelle di Marchionne o Berlusconi. Solo che mille euro/anno in meno per un pensionato o un dipendente da 1200 euro/mese non pesano come le mille euro tolte dalle tasche di Agnelli.
E ognuna/o di noi potrebbe spiegare, certo meglio di come ho provato a fare sopra, altre mille cose che tratteggiano la feroce lotta di classe che da anni si stà combattendo nel nostro Paese come in tutti gli altri Paesi occidentali e che oggi diventa solo più visibile (prima sembrava che solo la sinistra ormai extraparlamentare e la FIOM vedessero cosa stava accadendo) più feroce ed aggressiva. Lotta di classe e quindi di cultura. Tagli alla ricerca pubblica, alla scuola, alle arti insomma a tutto quello che "non si mangia" che non serve a produrre sfruttamento e quindi denaro. Anche nel resto del mondo si muovono altre, seppur diverse tra loro, moltitudini che reclamano il diritto a decidere come vivere, dall’America Latina al Maghreb, da Londra a Parigi, in Palestina ed in Israele. Alcuni sanno bene quello che vogliono altri sanno solo che non vogliono più vivere senza un futuro.
E allora, seppure siamo stanchi e molto delusi, il momento è adesso. Ora abbiamo la necessità e la possibilità di far rinascere la speranza di un cambiamento vero; ora sembrano esserci segnali di una voglia diffusa di ribellarsi, di farla finita. Ma serve un lavoro capillare, serve che ognuna/o di noi "scenda in campo" si attivi sul suo posto di lavoro per organizzare assemblee, manifesti volantinaggi che si rivolgano esplicitamente a chi non è della CGIL o extraconfederale per spiegare che non si sciopera per la CGIL o gli altri sindacati, ma si sciopera per dichiarare da che parte si sta e per percepire e far percepire la forza dello stare insieme.
Ecco, stare insieme, lavorare insieme, ricostruire comunità smantellate; ed allargarle. Mantenendo le differenze certo, ma stando insieme, tra noi e con gli altri come noi, per difenderci dai nostri avversari e finalmente vincere. Le preoccupate reazioni alla proclamazione dello sciopero, anche dalle parti che dovrebbero esserci amiche, ci dicono che qualcuno di lor signori avverte il pericolo. Perchè possiamo farcela. I nostri avversari sanno bene chi siamo e chi potremmo tornare ad essere.
Ora tocca a me, a te, a noi tutti. Gli altri ora c’entrano poco, le odiose burocrazie sindacali e quelle di partito; ora tocca a me fare quello che posso sperando che anche tanti altri facciano lo stesso.

Ferruccio Nobili



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