mercoledì 7 gennaio 2009


Non mi arrendo
non mi arrendo
non scendo
non mi scado
non mi scordo
non svendo
non le stacco
le ventose dal vetro
non mi volto
non ci torno più indietro
non mi arrendo
non mi arrendo
non stendo
le mie braccia a quel cielo
non asciugo la mia vita
non la spendo
non mi arrendo
non mi arrendo
non chiudo i miei sensi
al futuro
che non so
non conosco
non vedo
non mi arrendo
non mi arrendo
e ci credo
che domani ci sia
e che sia altro
domani da quello
che vedo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Amico mio, non ricordo perchè quella sera ci eravamo dati appuntamento, forse solo perchè l'ultima volta la birra l'avevo pagata io e ormai è nostra scusa voler pareggiare debiti di piacere.
Incontrammo una donna, una mia amica che solo chi, come me, conosce da sempre riesce a capire,dopo l'ictus.
Fosti stupito di quella conversazione fatta solo di sillabe e gesti, fu naturale che ti raccontassi come fosse possibile.
Ci sedemmo, con la nostra birra, e non ti avevo mai visto ascoltare per tanto tempo senza interrompere e con una attenzione che non ti conoscevo, tu che alterni parole e pensieri e metafore che pochi riescono a seguire nel tuo vortice infinito.
Ti racccontai tutto, tutti i particolari di una storia dolorosa che aveva lasciato segni tangibili sui corpi delle persone e nell'animo di chi le aveva vissute mettendosi in gioco, anche legalmente, come feci io.
E conclusi dicendoti del mio dolore anche per chi, sua sorella, artefice e colpevole del dramma, era poi stato colpita duramente a sua volta, negli affetti e nel corpo, da una malattia altrettanto grave.
Ma volle fare ammenda e venne in tribunale ad ammettere tutte le sue colpe, scagionandoci da quelle che un P.M. corrotto aveva inventato.
Non parlammo d'altro quella sera, io comprai un libro e ne ordinai un altro mentre tu cercavi di farmi ridere su "Cecità".
Poi un tuo sms " Resta sempre come sei".
A te oggi dico: quella donna della mia età che tanto male fece e di tanto dovette soffrire non c'è più, da ieri.
Nessun libro da comprare, ordinare o scrivere è capace di superare l'incredibile accanimento che sembra convergere
verso certe famiglie.
Ora tocca a me la prossima birra, ieri hai anche pagato il caffè.
Resta sempre come sei

http://nonsonoiskra.splinder.com/
Mara

versolibero ha detto...

eccomi come vedi non sono restato come sono ma ho letto i messaggi in blog
a volte restare come si è
è bene a volte
spostare prospettiva
è un bene
a volte altro ancora che
in questo momento non ho a mente
tu articoli tanto
ed hai mano espositiva
emozionale nel raccontare
nel dire sfumature di anima
io vedo solo sprazzi di vita
e sento l'aria che si intrufola
tra queste feritoie
tagli nell'anima
a volte vedo altre no
ora vedo

alla prossima birra
che ce ne sarà sempre altra
finchè l'aria ci spingerà
alle spalle verso altro gesto
ed altra birra

resta sempre con quel soffio alle spalle e fatti portare
giuseppe