Conto una riga per dire
una per sentirmi sentire
le macchie disperse
le impronte di dita che
mi hanno insaporito la vita
col loro essere la linea
sul palmo verso cui
vale la pena guardare
una per lasciarmi incantare
da parole che rimbalzano
tra le nuvole ed un sole
ipotetico da cui ci faremo
sempre incantare di gusto
il sole del bello e del giusto
una per essere l’oltre
oltre le righe, oltre quel sapore
di vino divino, di verso che verso
e che mi allunga, si allunga
una per aprire le mani
e per quanto le possa contare
e contare, ne avanza sempre qualcuna
per via che non sono mai sole le mani
che sanno contare la conta della vita che conta
ed una per la notte e le rime
da condire e mangiare
sempre in strada
sempre in via
è questo il trucco nascosto
della poesia
ed una per essere chiaro
chiaroscuro inessenziale
contrappeso al banale
a quello che pare, pare
e prima o poi ci appare
ED UNA PER IL BOTTO
GIANDUIOTTO DI SENSO E
SAPORE, CONTURBANTE LANGUORE
BELLA COSA, LA MIMOSA CHE CI
ANNUNCIA DA STASERA
IL LANGUORE DI UNA NUOVA
PRIMAVERA
Ed una per cui presi il dente del giudizio
e poi lo misi da parte, lo persi in disparte,
che non si dica che la saggezza opportuna
sia più saggia di tutto l’inopportuno
che prova chi passa la vita a seguire
le tracce di odore che sa intuire soltanto
chi è vivo ed ha cuore.
Giuseppe
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