prima di essere dette, parole maledette
che si teme di dire, e se ne stanno celate,
mentre noi ci si pensa.
Poi accade come d'incanto
che il vento apre la porta
getta scompiglio e tra quanto
abbiamo per casa, spunta
quel piccolo foglio
su cui ci siamo appuntati
certi nostri segreti
che mai vorremmo dire
per timore di essere nudi
per poi essere visti, così
per quello che siamo.
Le parole lo sanno
e per tale motivo strano
se ne stanno tranquille
facendosi sussurrare
bere a piccoli sorsi
appuntare su pezzi di carta
da tenere nascosti.
E quel foglio tra le dita
lo giri e poi lo rigiri
lo guardi, leggi e mi scorgi
ti scorgi tra le parole
che sono piccole isole
che non sono le sole
che sono inizi di altro
indizi di ciò che
mi porto dentro.
mi porto dentro.
E siamo noi questa folla
di parole, gesti incompleti
pensieri lasciati intuire.
Vorremmo, a volte vogliamo,
e certe altre voliamo
o almeno tentiamo il volo
alziamo le braccia al cielo
e le piume del nostro pensiero
ci fanno saltare più in alto
e quello che vi scorgiamo
lo mutiamo in poesia
e affrancato al reale
lo esponiamo alla strada
gli indichiamo la via.
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