L'ASSEDIO di Pomigliano il manifesto 17 giugno
Gli operai sardi si sono accampati nel carcere spento dell'isola Asinara. I fuochi dell'ultima rivolta furono seguiti da un ultimo falò: a celle vuote le guardie rastrellarono i libri dei prigionieri e li bruciarono. Gli operai sardi si sono arroccati sulle ceneri fredde di un'isola deserta. Dalle parti di Pomigliano niente isola di scorta, da farci i baraccati. Da quelle parti non si chiudono nè svuotano carceri, anzi si stivano alla maniera delle sardine all'olio. In queste ore gli operai della Fiat di Pomigliano sbattono la testa contro muri che si stringono addosso. Le condizioni del proprietario dell'assedio sono di resa senza condizioni. Esigono la deposizione delle armi, l'uscita a mani in alto, la trasformazione del posto di lavoro in uno di prigionia. E' la sconfitta e va guardata in faccia. Perchè va accettata. Perchè succede alla storia di regredire invece di avanzare e ai diritti conquistati di essere perduti. E' stagione di ammutolimento generale nel recinto della società. E' stagione di riduzione del lavoro umano a ingranaggio del profitto privato, esposto al suo libero arbitrio. Come fu negli anni della restaurazione della tirannia in fabbrica dopo la lotta di liberazione, così oggi la vita operaia è variabile dipendente da orari, turni, tempi e soprusi della proprietà aziendale. Cedere: questo è l'ordine del giorno. Con il pensiero intatto, almeno quello, che siano passi indietro come quelli di chi prende rincorsa per vincere.
Erri De Luca
Tempi moderni
Ed il prossimo passo sarà la dittatura
prima tra le macchine in fabbrica
che erano operai
prima tra i fermo immagine
di chi non ha difesa
tra gli sfruttati
che partiti e sindacati e quegli usurai
che qualcuno chiama datori di lavoro
quei ladroni che sono i padroni
dei tanti destini, dei nostri percorsi
il prossimo passo sarà autoritarismo
ismo di tutti gli ismi
pratica degli oppressori contro tutti gli oppressi
i campi di concentramento già ci stanno
pieni di immigrati e volti uguali
i lager del lavoro bene li sanno
quelli che vedono il danno di chi ci muore
di morte bianca e spesso di pelle nera
di morte bianca e di poco amore
di morte bianca e di nero lavoro
di morte bianca e di poco altro colore
ed il prossimo passo si chiama dittatura
la raschiatura dell'ultimo diritto
passa piano, piano da Pomigliano
dalla Fiat che sappiamo
da Marchionne in calore
mattatore del peggiore futuro
esempio di gabbia in cui portare
chi non ne vuole sapere
di cedere al potere
ed Erri lo sa da dove si inizia
a raschiare la decenza e la morale
e dove si debba andare
conosce la parola assedio e sa il nemico
che spesso dimentichiamo di ricordare
come spesso dimentichiamo di dimenticare
da dove viene il futuro che non abbiamo
ma è un sordo torpore che ci prende
la pancia e ci scompone il cuore
niente pudore, nessuna paura, nessun timore
di dare un nome vero a ciò che accade
la strada è pronta per un modello
moderno e nuovo, di nuovo dittatore.
Giuseppe Spinillo
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