I poeti hanno la testa fra le nuvole
i poeti hanno le nuvole in testa
ma se poi, tu non mi dici cosa pensi
ma se poi, tu non mi dici cosa c'entri
ma se poi, tu non mi dici che ci pensi
i poeti hanno in testa le tue nuvole
i poeti hanno le tue nuvole in testa
ma se poi, non c'è ragione che ci pensi
ma se poi, non c'è ragione che mi pensi
ma se poi, non c'è ragione che io c'entri
sono le nuvole che hanno la testa nei poeti
sono le nuvole che fanno ressa coi poeti
sono le nuvole che hanno i poeti nella testa
sono le nuvole che nei poeti fanno festa
sono le nuvole, che danno, alla testa ai poeti
sono le nuvole, che vanno, alla testa dei poeti.
Non lo so quante volte
ho scritto una parola e poi
l'ho cancellata con un dito
Come in un rito, ho finto
indifferenza, nascosto
nei cassetti le mie cose
Erano tuoi il cammino,
un certo bacio, le pause,
le paure e quell'abbraccio,
tutto il non fatto,
parte del non detto
Ma le nuvole hanno
la testa nei poeti
piovono forte, a volte,
per giorni e mesi, poi,
le senti tacere

e non so quante volte
ho finto indifferenza
ho usato prudenza
ho fatto scienza dei
modi di dire
parsimonia del gesto
uso composto del verbo
senso adeguato del tempo
Ma le nuvole hanno
la testa fra i poeti
ed io che ho cancellato
con un dito, come in un rito,
tutto il non scritto, il non detto,
da certa sabbia, in riva
ad altro mare, dove ho visto
il silenzio, e l'ho fatto parlare.
Clamoroso scoop,
dei paparazzi sorprendono
Giuseppe verso libero
con una nota sindacalista milanese
nel centro di Roma.....una bizzarra folla di curiosi e passanti
ha festeggiato l'evento!!
si notano fra gli altri un enosindacalista
di spicco ed un vecchio generale in pensione
preso in una sua tipica espressione di stupore
allegorico
leggile piano, leggera
come piuma che sfiora
come carezza amore
come ti scivola accanto,
felino, un qualcuno
come sai e come sei
leggiti in loro con
la leggerezza che hai
quando ami ed amando
scegli i tempi dello stare
al tuo fianco, del sorriso
e del pianto, ma leggiti
e leggile piano come
scende dall'albero
il fiore della prima
comprensione

leggile piano, senza
essere altrove, senza
oltre, senza primo
piano, senza altro
scenario se non quello
leggero del tuo leggere
piano le lettere lente
del tuo stupore

Lo vedi da te
che il punto di incontro
tra il mio, il tuo sguardo
sta dentro ai tuoi occhi
non ci sono ragioni ulteriori
se il mio scrivere lento fa scia
da quel punto di incontro
tutt'attorno, a cercare
il confine, la maniera
migliore, per farti capire
e lo vedi da te
che il punto di incontro
del mio, del tuo sguardo
sta piantato, senza
ombra di dubbio
ben dentro ai tuoi occhi
Non li mangio i tuoi biscotti
sono limiti di briciole sul petto
sono lividi su questo inizio notte
non li mangio i tuoi biscotti
la tua razza è fatta da chi se ne fotte
sono rantoli di uova, burro e bile
mescolati con fango, asfalto e miele
additivi, ogm e rimasugli di
un amore andato a male
sono tracce di sudore, sangue e rabbia
non li mangio i tuoi biscotti
con granelli di una sabbia tra le unghie
preso a calci, pugni e sputi
da una razza di animale che
difende il suo potere da ogni vento
che minaccia cambiamento
non li mangio i tuoi biscotti.
Una parola al giorno
per dirti qualcosa
una parola che lenta
tratteggia, una per chi
ci schiaffeggia, una linea
un sentiero, una reggia
un ti amo in punta di
labbra, un sorso, un respiro
un percorso, lentezza
che beve, sguardo più lieve
amante che sa quel sapore
adagio, andante, più mosso
conchiglia, messaggio
in bottiglia, corde che
asciugano panni, aria
a volte anche il cuore
e siamo parole,
una al giorno per darci
qualcosa, più del silenzio
qualcosa, più del troppo parlare.
Questo incrocio d'orizzonti
è un ritaglio d'ali
questa traccia di cerchi sul suolo
tutti quei lessicali, dizionari
manuali ed esperti, mi hanno
fatto la mappa dei mali
se non perdo la bussola,
il centro, saprò dirti anche quali
ma per vivermi e viverti appieno
strappo gli ordini, i giorni
e ti porto con me
nelle varie eventuali.
La vita è lo spazio che va
da non so chi sei a
mi manchi.
Respiri, sospiri e
sbadigli inclusi.
Fare sesso da
sconosciuti.
Darsi numeri
sempre sbagliati.
Festeggiare i baci dati
dandone il doppio da
amanti lenti, lenti,
perfettamente indigenti.
E poi mettere un segno
per ricordare, il giusto
punto, da cui ricominciare.