lunedì 10 marzo 2008

Dissensi


Dissento sovente
dissento ogni mattino
da quel fatto d'alzarmi
dissento dal giornale
che compro,
a volte leggo
dissento dalla sacca
che mi trascino dentro
piena di non ricordi
di appunti presi a caso
dissento dall'acca muta
e da quella sonora
dall'ora del ritorno
da quella dell'attesa
dalla lista della spesa
completata con cura
ma sempre meno fiato
dissento dal sindacato
dall'arte del mediare
tra consenso e dissenso
dal censo che misura
il vorremmo col siamo
dissento dal partito
che è andato chi sa dove
e forse non è tornato
dissento dal misto d'aria
che bevo, mangio, respiro
dissento dalla mia biro
con cui scrivo parole
dissento dal cellulare
che mi vibra giù in basso
con cui spesso confondo
richiamo con orgasmo
dissento dal tono di voce
che uso quando ti parlo
dissento dal fantasma
delle parole non dette
dal mare di promesse
di ipotesi plausibili e
di taverne piene di
sapore e di gusto
a cui poi preferisco
i riti dell'abitudine
del facile consueto
aspettare al semaforo
un segnale d'invito
dissento dalle campane
che mi dicono l'ora
ma io non so mai quale
dissento dal mutare
in detti i baci dati
in anagrammi i nomi
che porto dentro al cuore
e non so completare
dissento dal riordinare
la mia anima, il sole
gli oggetti dentro casa
i calzini spaiati, i bollettini
i nessi, i versi, le parole
che ti vorrei urlare
a te unico amore
con sempre un altro nome
e sempre, sempre, sempre
compresa in un altrove

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