Regalati un Cirulli ....... un Cirulli è per sempre!!! ..le grandi provocazioni storiche del Cirulli! La grandezza di metterti in casa un Cirulli ... ....e la tua casa diviene grande protagonista del terzo millennio !!!!
Cirulli, grazie di esistere!!! (per il materiale fotografico si ringrazia la nota maestra di vita e di sorriso nonchè di yoga e di fotografia Raffaella C., nella cui dimora è conservata l'installazione artistica Cirulliana sopra presentata.)
Sono le parole a cercarmi io, venuto fin qui per non farmi trovare
e sanno sempre come tornare emozioni incomplete sogni incompiuti, versi lasciati a scremare, fermentare come viaggiatore che pensa le rotte e non sa da che parte iniziare
viaggiatore che passa la notte dal tatuaggio sopra il polpaccio dal segno sopra parete appunto preso a caso messaggio non cancellato sopra la sabbia ormai quasi sbiadito
e mi ritrovo ancora innamorato momento dopo momento strato su strato che solo dal tessere paziente dalle tessere attente dei nostri mosaici personali nasce il viaggio porto di partenza e tutto il resto che porto appresso per non dimenticare chi sono, chi sei da dove parto e dove voglio andare
per vedere il mare da terra la terra dal mare la terra ed il mare dall'aria ed altra aria da altro mare ed altra terra
che non sempre è il viaggiatore a viaggiare è lo sfondo a mutare il contorno ed assieme mutano le parole verso l'altro e l'altrove ed identitario è solo chi muore
e sono le parole a cercarmi io, venuto fin qui per non farmi trovare perchè non sempre è il viaggiatore a viaggiare
a volte si limita a guardarsi guardare come da sempre quella linea di mare che lontana confina col cielo e vicina carezza e schiaffeggia la terra, il mio stare
e nel mezzo c'è tutto il resto che non posso capire che non sempre è il viaggiatore a viaggiare sono le parole a cercarlo, e lui non vuol farsi trovare
e non sempre è nel viaggio che sta circoscritto il viaggiare c'è uno stare transitorio un predisporsi al tornare una linea del sole sulla pelle un facciamoci male
e per le parole è tutto un cercare scrutare oltre orizzonte per vedere e palpeggiare la vita come un continuo e docile dolce voler naufragare, sempre in altro mare sempre e comunque in alto mare
ed è così che ipotizzandoci in viaggio iniziamo a viaggiare.
Per iniziare questo viaggio occorrono amore, curiosa incertezza il rumore, la giusta dose d'indecenza occorrono persone, compagni di viaggio l'equipaggio d'ipotetica nave il coraggio di lasciare la strada consueta, perdersi in questa notte mutare sovente le rotte comporre sempre nuove mappe prendere la mano di chi resta indietro prendere appunti, contatti mettersi in rete nessuna fretta di arrivare nessun timore di sbagliare tutto quel disordine fisico e mentale nessuno spavento, è il vento dei gesti da fare
1- va rimessa in discussione la forma partito; 2- va completamente deburocratizzato il rapporto vertice base; 3- va dato il massimo margine di autonomia alle realtà locali (circoli); 4- va letto il territorio dai circoli, allacciando legami politico/ culturali; 5- va creata una rete tra tutte le varie realtà politiche/realtà culturali/realtà conflittuali territoriali/realtà non inseribili in schematismi rigidi di vecchia scuola di partito; 6- il tutto deve avvenire in un contesto di rapporto inter pares/tra pari (ma anche dispari per non fare pregiudiziali); 7- bisogna invitare ed essere invitati, partecipare ed essere partecipati; 8- nessuna pregiudiziale di partecipazione se non la condivisione delle finalità, si ragiona sul fare, nel merito; 9- nessuna pregiudiziale, tranne quelle che ci fanno portatori di un modello culturale alternativo e di sinistra (antifascismo. antirazzismo, laicità,...); 10- i circoli devono smettere di essere “case chiuse” e divenire “case aperte” (che si chiamino case del popolo/case della sinistra/case multiculturali od altro, ma penso che “casa del popolo” si possa considerare una dizione che soddisfa il senso di continuità e di innovazione).
Non mi chiamo col nome che tu m'hai dato il mio nome è un altro ma l'ho dimenticato ero seduto davanti al fiume accanto al mare dietro un non senso e ti ho sentita chiamare quel nome così come si chiama l'aria per respirarla senza agitazione come si guida il cuore nel suo battere senza metterci ardore e quel nome mi ha sfiorato sulla pelle e dato quel brivido che volevo ma già in quel momento lo sapevo che avevo rubato perchè non sono io quel nome che hai chiamato come non sono e non so essere la danza limite di una lontananza che non so toccare per via che non la so ballare e non sono io decisamente non sono io il coreografo dei nostri a presto, dei potenziali addio
e faccio finta di niente e niente di finta faccio prendo le carte e viaggio niente di personale.