Rarissime immagini nei locali della biblioteca quarticciolo vedono sorpreso un noto enofilosofo nel suo sapiente versare, in una serata di versi, del vino rosso delle sue terre di cui, per opportuni motivi, preferiamo non fare il nome. Ma accenniamo che rimandano a periodo antico della storia del pianeta, periodo diciamo pure primitivo ed anche rosso. E qui si potrebbe fare della bassa satira politica. Ma non la facciamo, limitiamoci a notare con quale paziente e lenta, diciamo pure bradipa attenzione, il nostro enofilosofo eligio elle versa il suo nettare nei calici di sorprese acculturate presenze.
domenica 22 febbraio 2009
Non scriverò per te mai una poesia, non metterò mai il tuo nome in un verso
stuprerei ciò che sei ed il mio senso, svuoterei dei respiri il mio petto se legassi al tuo nome quel suono inespresso di tutte le parole che non ti ho detto
e non canterò mai il tuo nome non inciderò di te mai traccia certa non metterò mani a conca per dirti con assoluta certezza mia musa
mai una tua impronta sul torso scoperto delle mie poesie, mai nostalgie di parole mai la certa certezza di come e quanto ti ho saputa amare
solo l'imprecisione e l'imbarazzo di un bambino, nudo col suo pudore pronto a staccare gli occhi dalle orbite ed a gettarli nel mare che se solo guardasse nei tuoi non li saprebbe ingannare.
ironia dolce compagna passione felice guerrigliera poesia mia parola lentezza mia soluzione tutto il resto al mittente che non giova la troppa ostinazione
E poi ci si vuole bene con gli occhi con le mani e nelle vene e si prende la strada per il mare fino al gesto di togliersi le scarpe e camminare tutta la sabbia che si sappia fin dove il nostro cuore è capace di andare e nessuno si azzardi a togliermi le mani dal sole che solo stringendolo tra le braccia sono sicuro che lui mi possa scaldare.
Scivola e dormi La notte è sul fare Fa che il buon sonno Trattenga il pudore E non si vergogni A lasciarti partire Sopra le linee Del tuo scivolare E tu scivola lenta Nel farti portare Come si tendono Nel tempo le mani E vita e morte Si mordono i cuori Fiumi e dolori Li sento arrivare E tu bimba dormi Dai passi alle scale Qualcuno urla Vendetta e rancori Spazzola il mare L’amore inerziale Poi tace il vento E ti sento sfumare Come quel canto Tua ninna Mio fiore.
martedì 3 febbraio 2009
Mi resti e ti resto a tiro non ti scanso non ti scansi non scanso sappiamo entrambi il cosa ed il come la misura e la taglia la lama che divide e poi sborda e mi resto e ti resti ti resto accanto non ti scansi non mi scansi non scanso.
Ti sfiori il buio che ti sciolga i sensi ti liberi i seni adagi i vorrei in cui lo sfiorare è il tuo non sfiorire